Scrivo romanzi, racconti, poesie,
atti per il teatro
Poesia
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finalista al premio Gozzano 2016
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premio speciale giuria al concorso Il Litorale 2016
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segnalato
al premio Alda Merini 2016
- · segnalato al premio LA BAIA DELL’ARTE LE GRAZIE PORTO VENERE 2017
Poesia Edita
Collana AltreScritture
85. Marco Righetti, In questo breve corso senza
fine, Prefazione di Ivan Fedeli
pp. 82, € 12,00
ISBN 978-88-6679-069-3
Marco Righetti (Roma 1958) ha pubblicato le raccolte
poetiche Dirette (Lietocolle, Faloppio 2006, premio Opera
prima al “Premio Astrolabio” 2007), Il seguito mancante
(puntoacapo, Novi L. 2010), A occhi chiusi (in Retrobottega 2,
CFR, Piateda 2012), Come una madre (in Percezioni
dell’invisibile, Arca Felice, Milano 2012) e la plaquette monografica
I quaderni dell’Ussero (puntoacapo, Pasturana 2013).
Ha inoltre pubblicato due romanzi: Sole Nero (Leone 2012)
e La vita è molto più (ivi 2013, pluripremiato), e le pièces
teatrali Il posto (in Teatro contemporaneo e cinema n. 10/2011) e
Il canestro (I drammaturghi del drago, Bevivino 2012). Collabora
alle riviste clanDestino e Versante Ripido, ha pubblicato su
Senecio, La Recherche, La Mosca di Milano, Gradiva. Nella poesia
inedita è vincitore dei Premi: “Cesare Pavese”, “Violetta
di Soragna”, “La torre pendente”, “Targa Marcocci”,
“Mario dell’Arco”, “Lago Gerundo”, “Venanzio Reali”,
“Trieste poesia”, “Il Camaleonte”, “Pensieri in versi”,
“Inedito anziano”, “V. Marcellusi”, “Hermatena”, “Santa
Maria del Colle”, “Le Conchiglie e il mare”.
Per il profilo completo: http://marcorighetti1.blogspot.it
Viene da pensare a Righetti come a un trovatore moderno,
che leviga – come fa il mare – il percepito, fino a
ridurlo ad osso, membrana. Compiuta questa operazione,
ecco la consapevolezza di un risultato esiguo, ancor più
sfuggente dell’indagato: ogni cosa esiste senza riferimento.
È forse possibile trovare, allora, una via comune per
conciliare lo scrivere e il comunicare? Da tanto – In questo
breve corso senza fine ne è la conferma – l’Autore vive
sulla propria pelle la sottile linea che divide la poesia dalla
non-poesia. La calca, anzi, per un bisogno primario: quello
della ricerca di una forma archetipica, in grado di costruire
ponti tra le forme in cui l’esperienza si dà al poeta.
(Dalla Prefazione di Ivan Fedeli)