Scrivo romanzi, racconti, poesie, atti per il teatro.
Il giorno che scoprii la filosofia greca e la sua centratura sul valore della conoscenza, capii che da lì, in fondo, da quel nucleo primigenio è molto difficile scostarsi.
Mi piace imparare, sitis perpetua, ma amo andare nelle scuole e parlare ai ragazzi, ai giovanissimi, discutere di letture e scritture, dell'effimero e del profondo, di ciò che dura e ciò che vola via (il che non significa 'non dura', ma solo, semplicemente, vola verso altre regioni, altre esistenze). Meglio evitare la bilancia delle cose da salvare, anche l'inezia può spalancare un universo e cantare l'indicibile.
Da poeta non posso non provare conforto nel ricordare Heidegger quando dice 'ciò che resta lo fondano i poeti', il problema è che cosa significa 'essere poeta'. Come dice Ana Blandjana, la poesia è per me tuttora un mistero.
Scrivere è un modo per essere vivo, per capire meglio gli altri, la vita.
Dalla costante tensione verso la scrittura deduco che se nelle mie vite precedenti non ho scritto nulla di memorabile deve essere stato per eccessiva rilassatezza, o incoscienza tout court. Al riguardo, peraltro, son costretto ad ammettere una volta di più che le vite vissute dall’Orlando della Woolf sono state senza dubbio più ricche e fantasiose.
D'altra parte, con Wittgenstein, i confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo, Perciò più scrivo più allargo il mondo. Il mio, almeno.
L'illusione è di appartenere al novero di quelli che vogliono salvare qualcosa di buono. Ma è un'illusione comune, più o meno e in modi infinitamente diversi, all'intero genere umano.
Nessuno salva nessuno, ma è necessaria la nostra goccia nell'oceano, come diceva Schweitzer, perché dà senso all'intera nostra (sconosciuta) esistenza.
Note biografiche
Roma, 1958. Ex avvocato penalista, vivo e lavoro a Parma.
Come penalista ho toccato vicende di umana e almeno imperdonabile fragilità. Posto di fronte a casi disparati (ma va bene anche disperati) sono entrato nelle ragioni dell'imputato e ho letto cahiers di violenze e trame, pagine inquinanti che piegano la vita verso esiti improbabili ma reali e drammatici (come osservava Pirandello nella postfazione del 1921 a Il fu Mattia Pascal, l'inverosimiglianza della realtà può superare la stessa invenzione letteraria).